Mostra “Malta madòns e co pous torni. L’emigrazione friulana vista da Renato Appi” in Consiglio Regionale a Trieste

La mostra “Malta madòns e co pous torni. L’emigrazione friulana vista da Renato Appi” sbarca in Consiglio Regionale a Trieste con l’organizzazione del Ciavedal e la collaborazione dell’Ente Friuli nel Mondo.

L’inaugurazione è fissata per giovedì 24 luglio nella sala espositiva della Consiglio Regionale in piazza Oberdan a Trieste alle ore 13.30, nella pausa dei lavori dell’assemblea alle prese con la variazione di bilancio. Lì poi sarà visitabile fino al prossimo ottobre.

Ai 16 pannelli di foto e poesie originari, il Ciavedal ha aggiunto una decina di tavole di spiegazione del progetto e sulla figura di di Renato Appi (23/04/1923- 30/10/1991), poliedrico poeta, drammaturgo, ricercatore di tradizioni e cultura friulana animatore culturale e sociale, fondatore anche della stessa associazione Ciavedal, e per una decina d’anni vicepresidente dell’Ente Friuli nel Mondo e della Società Filologica friulana.

L’idea era nata nel 2023 all’interno del Gruppo Cordenonese del Ciavedal per celebrare il centenario della nascita di Renato Appi concentrando l’attenzione sui temi dell’emigrazione, molto cari a Renato. Subito il progetto aveva ricevuto l’appoggio e il sostegno dell’Ente Friuli nel mondo che lo aveva inserito nei programmi per i 70 anni di attività del sodalizio (sorto nel 1953) e la condivisione della Società Filologica Friulana, del Comune di Cordenons e numerose associazioni locali.

La mostra –curata da Raffaele Cadamuro, Christian Canciani e Vera Maiero – propone 16 poesie di Renato Appi dedicate ai temi dell’emigrazione, da “Lasimpòn”, quasi un manifesto delle speranze di chi partiva all’avventura in cerca di fortuna a “Danke” sulle difficoltà del lavoro in Germania fino a “Merica” il sogno più diffuso tra chi aveva le valige in mano. Ciascuna opera, in lingua friulana e tradotte in italiano è accompagnata da una serie di foto tratte dell’archivio dell’Ente Friuli nel mondo da quel fondo voluto da Renato Appi e Ottorino Burelli che doveva essere la base per creare un “Istituto di storia dell’emigrazione friulana”. Oltre un migliaio le immagini che spaziano dagli inizi del secolo scorso e coprono i cinque continenti offrendo uno spaccato di “vita da emigrante” nelle difficoltà e nei momenti di successo.

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